La mia uscita da "Liberazioni"

Da qualche giorno la mia esperienza con la rivista "Liberazioni" è finita. Per mia volontà e in modo irrevocabile. Poiché in diverse occasioni ho avuto modo di parlarne in pubblico e di sollecitare gli ascoltatori a sostenerla, mi sento in dovere di dire qualcosa in proposito.

In poche parole semplicemente la redazione non funzionava più come avrebbe dovuto, i rapporti personali cominciavano a deteriorarsi e le dinamiche interne avevano ormai preso una piega insostenibile. Liberazioni è nata come un progetto condiviso ma, soprattutto, orizzontale, fatto da persone che si stimano e che mirano ad uno stesso scopo: la diffusione quanto più ampia dell'antispecismo, non escludendo i luoghi della cultura e dell'accademia sovente sordi a questo tipo di tematiche, nonché il chiarimento di alcuni problemi essenziali per la prassi in un costante dialogo con il mondo dell'attivismo.

Credo ancora fermamente nella necessità di un lavoro di questo tipo e, avendo io fondato la rivista anni fa, molto prima che diventasse cartacea, si può immaginare come non sia stato un passo facile per me. Anche perché non si è trattato di uno scontro di "idee" o di "prospettive" diverse. Semplicemente non siamo riusciti a fare andare avanti la rivista nel modo in cui era nata, con quell'organizzazione del lavoro comune libera e solidale che ogni forma di volontariato (e il lavoro di redazione senz'altro lo era) presuppone. Creare una rivista di buon livello è senz'altro un lavoro oneroso che avrebbe richiesto un di più di libertà e solidarietà da parte di tutti i membri della redazione. Invece, come forse ci si sarebbe potuti aspettare se non fossimo stati troppo ottimisti, c'è stato un di meno. Sono sorte tensioni, recriminazioni, atteggiamenti che alla lunga si sono rivelati distruttivi e che hanno reso impossibile lavorare nel clima di serenità necessario. Tutti gli sforzi fatti per migliorare questa situazione, anche cambiando l'impostazione della rivista, sono falliti e alla fine ho dovuto prendere atto della rigidità e della chiusura totale di alcuni membri della redazione ad ogni cambiamento che avrebbe potuto far andare avanti la rivista in modo forse meno problematico. La crisi era nell'aria da tempo e forse per troppo tempo è stata taciuta. Un membro della redazione era stato allontanato durante l'estate con disappunto di molti, un altro se ne è andato poco prima dell'ultima riunione di redazione. A testimonianza che non si è trattato semplicemente di problemi "personali" ma del fatto che certi caratteri per potersi incastrare e lavorare in accordo devono saper smussare le asperità individuali: e questo non è accaduto. Dunque i problemi "soggettivi" sono diventati problemi oggettivi, generando difficoltà che alla fine hanno impattato sulla coesione della redazione. Così, dopo che diversi tentativi di chiarimento sono andati a vuoto ho deciso di uscire dalla redazione e di concludere la mia esperienza con la rivista. So che altri hanno già fatto lo stesso e qualcun altro forse lo farà a breve.

Questo non significa che Liberazioni finisca. E' molto probabile che coloro che sono rimasti nella redazione continuino il lavoro secondo lo stile che più reputano consono. Così chi vorrà continuare a seguire la rivista ne avrà ancora modo. Mi auguro che questa esperienza continui perché tutti, anche nella più aspra divergenza di opinioni, conveniamo sul fatto che si tratta di una rivista dai contenuti importanti e di un tassello essenziale per il movimento di liberazione animale.

Ma posso assicurare fin d'ora che io e tutti gli altri "fuoriusciti" della redazione di Liberazioni continueremo il nostro lavoro da qualche altra parte e ci faremo sentire presto con altri progetti e altre idee. Anzi, se qualcuno vorrà discuterne con noi e aiutarci a realizzarli insieme ne saremo più che felici.


Marco Maurizi


*** nota ***

Avevo pubblicato questa nota sulla pagina facebook di "Liberazioni" poiché fino a quando le mie dimissioni non saranno ufficializzate sarei, in teoria, ancora presidente dell'associazione culturale che risulta come editore della rivista. Ovviamente, la nota è simpaticamente stata cancellata da qualche mano solerte. :)

1 commento:

  1. Leonardo, ti capisco e comprendo anche il tuo stato d'animo: ho vissuto anch'io situazioni simili e in parte le vivo tuttora. L'importante è investire le proprie energie, come fai tu, in cose belle e cercare di non dare troppo spazio allo sconforto o al risentimento che inevitabilmente è presente quando si fa e si viene comunque mazziati “gratis”. Come ho appurato più volte: non tutti i mali e le batoste vengono per nuocere! Cristianamente fanno parte della “croce“ che può essere uno strumento di trasformazione e crescita. Buona continuazione!

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