Ad hominem

Il paradosso nella nozione di "dialogo" è che quelli che lo invocano spesso non hanno niente da dire e cercano solo un bersaglio su cui sfogare le proprie frustrazioni. Il peggio è che non se ne accorgono nemmeno. E chi se ne allontana perché annoiato dal loro monologo viene così facilmente accusato di rifiutare il confronto. E' un capolavoro di equilibrismo: se accetti di parlare di contenuti, perdi perché l'altro ripetererà all'infinito le stesse cose e non verrà scalfito dai tuoi argomenti che continuerà ad ignorare; se rifiuti di parlare, perdi perché "non vuoi ascoltare". Alla fine, l'unico argomento che restituirebbe dignità all'interlocutore sarebbe quello che, dicendo la verità, gli nega il dialogo di cui abusa: non parlo con te perché non sopporto come tratti le parole.

1 commento:

  1. Tanto peso hanno le parole, fin dalla notte dei tempi. Le conversazioni si intraprendono in ogni istante, perché comunicare significa vivere. L'uomo è di natura sociale e se non condivide i propri contenuti cade nell'oblio. Quando si intraprende una conversazione è bene osservare due regole che fanno mantenere saldo ogni rapporto:
    1) Saper ascoltare: ogni individuo, dal più stolto al più colto, riesce a dare un contributo, seppur minimo, all'interlocutore.
    2)Teoria dell'iceberg: il nostro bagaglio culturale è come un iceberg, all'apparenza si nota solo la punta. Importante è non far sciogliere in breve tempo tutto il blocco durante la conversazione. Indi per cui, non bisogna utilizzare tutto il proprio sapere in un dialogo, il rischio è di rimanere a bocca asciutta.

    Odi profanum vulgus, et arceo...
    Quando l'interlocutore abusa dei vocaboli.

    Cordialmente

    Enrico Pagano

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